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ASL BAT, denuncia di un cittadino: “Liste d’attesa infinite e agende chiuse. La sanità pugliese abbandona i malati”

ASL BAT, denuncia di un cittadino: “Liste d’attesa infinite e agende chiuse. La sanità pugliese abbandona i malati”

Un grido di dolore e di rabbia arriva da Trinitapoli, dove un cittadino denuncia pubblicamente la situazione di malasanità che sta vivendo sulla propria pelle. Dopo mesi di attesa per una visita fisiatrica urgente, e una prescrizione di cure palliative, si è trovato di fronte all’ennesimo muro di gomma della burocrazia sanitaria: agende chiuse, liste d’attesa lunghissime e nessuna possibilità di prenotare la fisioterapia.

“Mi hanno detto che stanno ancora smaltendo i pazienti di giugno 2025 — racconta — e che non possono nemmeno fissarmi una data. Le agende sono chiuse. Nessuna cura, nessuna soluzione. Dovrò aspettare fino al 14 gennaio 2026 per una nuova visita fisiatrica, solo per ottenere la prescrizione di un deambulatore”.

Un sistema che non cura, ma abbandona

Il cittadino, le cui condizioni fisiche si aggravano di giorno in giorno, parla di “un sistema sanitario che non cura, ma abbandona, che tradisce chi ha più bisogno”. Denuncia inoltre di dover pagare un infermiere privato per ricevere iniezioni di Toradol e Soldesam, “ormai poco efficaci e con forti effetti collaterali”.

“Nel frattempo — scrive nella sua denuncia — aspetto una visita antalgica, prevista solo per dicembre 2025. Vivo tra insonnia e dolore, e mi sento completamente solo. Se non hai soldi, sei condannato”.

L’appello alle istituzioni

Il cittadino chiede un intervento immediato da parte dell’ASL BAT e della Regione Puglia, denunciando pubblicamente la chiusura delle agende e la paralisi dei servizi.“Chiedo risposte, trasparenza e dignità. La salute non può essere un privilegio per pochi, è un diritto costituzionale. Facciamo sentire la nostra voce, non restiamo in silenzio davanti a chi tradisce la salute pubblica.”

Un grido che si fa portavoce di tanti altri pazienti nella stessa situazione, in una Puglia dove — nonostante i proclami — le liste d’attesa restano il simbolo di una sanità in affanno, incapace di garantire assistenza tempestiva e dignitosa a chi soffre.

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